NO WAVE
 
La "no wave" è un movimento di artisti che esprimono una forte dissidenza con i canoni formali della new wave partendo dall'interno della stessa.
Rifiutando un discorso musicale e preciso questi artisti, per lo più espressione dei centri urbani più alienati, esprimono la loro negazione.
Fondamentali per la natura del movimento le due compilations NO NEW YORK e NO SAN FRANCISCO, alle quali va aggiunta YES LOS ANGELES.

 
NO NEW YORK
Label : Antilles
Anno pubblicazione : 1978
Valutazione :
Rarità :
 
Lista dei brani/Tracks list
01 Dish It Out-James Chance & The Contortions
02 Flip Your Face-James Chance & The Contortions
03 Jaded-James Chance & The Contortions
04 I Can't Stand Myself-James Chance & The Contortions
05 Burning Rubber-Teenage Jesus And The Jerks
06 The Closet-Teenage Jesus And The Jerks
07 Red Alert-Teenage Jesus And The Jerks
08 I Woke Up Dreaming-Teenage Jesus And The Jerks
09 Helen Fordsdale-Mars
10 Hairwaves-Mars
11 Tunnel-Mars
12 Puerto Rican Ghost-Mars
13 Egomaniac's Kiss-D.N.A.
14 Lionel-D.N.A.
15 Not Moving-D.N.A.
16 Size-D.N.A.
La recensione/The review
Alcune volte capita che quando vedi la copertina o il booklet di un disco hai una sorta di precomprensione, cioè comprendi il contenuto del disco ancora prima di ascoltarlo.
No New York, antologia curata da Brian Eno, non avevi bisogno di ascoltarlo, capivi cosa ti attendeva dalle scure ombre di copertina e dalle foto (segnaletiche) sul retro. L'opera è dedicata a quattro oscure bands estreme della scena newyorkese di fine 70's:
i Contortions di James White (James Chance),
i Teenage Jesus And The Jerks di Lydia Lunch,
i MARS e
i DNA di Arto Lindsay.
Quattro formazioni nichiliste, che erano l'espressione di una metropoli in decomposizione, affetta da quella peste contemporanea chiamata paranoia.
Una specie di inquietante "doppio" del suono corrente: se bande e artisti come Talking Heads, Patti Smith, Television, Voivoids erano una sorta di dr. Jeckyll, senza dubbio i gruppi sopracitati incarnavano quel Mr. Hyde che aveva voglia non solo di graffiare, ma anche di sventrare la tradizione rock con un impetuoso ricorso all'improvvisazione di marca chiaramente free jazz e una violenta, ricorrente punteggiatura rumoristica.
Demetrio Cutrupi